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La Seconda Forma

La 'Seconda Forma' è la fusione tra la spiritualità del gesto pittorico e il concretismo della materia scultorea. Il processo della 'Seconda Forma' comincia dalla struttura eterea del supporto (il metacrilato trasparente), su cui si imprime il momento di un’azione pittorica impulsiva. Il supporto dipinto viene poi modellato, invade lo spazio e diventa forma.

L’atto pittorico si rivela sul supporto sotto forma di linee, punti, schizzi disegnati dal colore; risulta però essere privo di immagine, in quanto riconducibile solo ad una manifestazione del momento creativo. ("What was to go on the canvas was not a picture but an event." - Harold Rosenberg, The American Action Painters)

Quei segni lasciati dal colore, se impressi su un supporto formabile come il metacrilato, diventano materia che può essere modellata e scolpita. Essi nascondono in sé, come fossero una pietra o un marmo, un’immagine non ancora rivelata ("Ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla." - Michelangelo) e sono, nello stesso tempo, anche il residuo di un atto creativo. La fase scultorea può svelare l’immagine intrinseca di quell'atto, che ora è materia plasmabile, e renderla quindi fruibile.


Giulia Sillato | 2015 Roberto Sottile | 2015
Giulia Sillato  |  Gennaro Barci - La Seconda Forma

L’esistenza di una “seconda forma” nell'arte plastica è un postulato nuovo e interessante, soprattutto se mosso da un artista giovane che osserva il mondo attuale con occhi vergini, con ciò intendendo una totale autonomia generazionale da tutte le infrastrutture culturali, politiche, sociali degli ultimi decenni del secolo scorso… Espressione del futuro, egli appare proiettato in un mondo nuovo, interamente da costruire.

E che si tratti di un’analisi rivolta alla scultura lo si evince dall'insistenza con cui nel suo enunciato programmatico sostiene che pittura e scultura devono poter procedere insieme perché “… solo insieme aiuteranno l’essere umano ad entrare dentro i misteri della sua esistenza.”

Egli infatti non ammette una scultura senza colori, indispensabili, questi, a muovere le emozioni del mondo,esattamente come non ammette ai soli colori la possibilità di percepire i segreti dell’Universo, giudicandoli troppo fragili in se stessi.

Tale posizione teoretica era largamente diffusa nel mondo antico, da un cui frammento territoriale l’artista proviene (Magna Grecia), quando si riteneva appunto che il candido modellato marmoreo delle figure rappresentanti le divinità non potesse esimersi dal ricoprirsi di colore, inteso questo come veicolo di conoscenza.

Oggi, seguendo il processo di automodellazione del metacrilato con superfici adattabili a forme non convenzionali, si avverte la medesima esigenza e ciò non può essere una coincidenza, ma la convinzione sedimentata nei secoli della trapassabilità del senso attraverso il colore.

Ma come è possibile intravedere una “seconda forma” senza riuscire a riconoscere la prima? Qui è tutta la complessità intellettuale del giovane scultore che ben intuisce come le forme plastiche apparenti, anche se non figurative, siano la copertura di qualcosa di più profondo ed essenziale di cui necessita possedere la chiave interpretativa.

La “seconda forma” non è quella che si vede manifestamente come fenomeno, ma quella che si percepisce come noumeno in grado di condurci alla verità per riscoprire l’essenza del messaggio artistico.

Essa si intuisce appena, e fugacemente, sul sottofondo dell’opera e richiede a chi osserva un particolare allenamento delle facoltà percettive che si allerteranno a cogliere quel senso che sfugge a tutti tranne a chi ha saputo intravederne la via per arrivarvi.

Sculture apparentemente innocue, quelle di Gennaro Barci, ma profondamente concettuali, aprono le porte a una consapevolezza del reale assolutamente in linea con questa nostra contemporaneità che impone il protagonismo dell’intelletto e non quello della visione.

Roberto Sottile  |  La Seconda Forma - Il coraggio di un'idea

Da un pensiero all'altro, da un perché a quella voglia di riscatto. I lavori di Gennaro Barci ci regalano nella guerra dei numeri della vita, la libertà del “ritorno”, la libertà di reinventarsi senza vendere cara la propria pelle. La Seconda Forma che declina nel suo processo creativo è il frutto di un percorso intenso di ricerca artistica e personale che ancora oggi continua.

I lavori di Barci sono privi del disagio di domande scomode, ma intrisi di sensazioni, di poesia e desiderio. Colore e Forma, Essenza ed Esistenza si mescolano e trovano il giusto equilibrio nella terza dimensione, dove l’opera diventa energia, dove il pensiero artistico diventa realtà tangibile che dialoga con lo spazio. Con forza e decisione il percorso artistico di Gennaro Barci è il risultato di una ricerca che parte dallo studio della materia pittorica per poi arrivare alla “discussione” tra equilibrio ed armonia, che si compie in quello che lo stesso artista chiama blending.

È un invito ad emozionarsi, alla tentazione di lasciarsi coinvolgere da un linguaggio artistico esclusivo, ma capace di raggiungere tutti. Il Metaformismo della ricerca di Barci, costruito su forti interazioni di metodo, ci rende complici di un processo creativo in evoluzione, capace di restituirci la possibilità di fantasticare e immaginare cosa potrà succedere da lì a poco.

È un invito a cercarsi sempre, a lottare contro le distanze e la pigrizia, a riaccendere il desiderio di non omologarsi alla fatalità della vita, a considerare sempre l’altra metà della medaglia, l’altra metà del tempo creativo che le forme scultoree ci regalano. Lavori forti, vigorosi, che ci accompagnano “nel momento magico” della libertà, che ci viene concessa, di assaporare le emozioni celate in una piega, mescolate nei colori, racchiuse in una forma.

La Seconda Forma di Gennaro Barci è il risultato della libertà artistica che fonde l’equilibrio pittorico con l’impeto scultoreo. Il risultato è il coraggio di un’idea che distrae lo spazio, e con forza va incontro al cielo.

L’artista plasma e genera una nuova forma, un nuovo spazio in cui la materia “vive”, e si trasforma in equilibrio, energia, espressione di un idioma artistico visivo chiaro, leggibile, che caratterizza e contraddistingue l’intera ricerca. Opere che dialogano con la luce, con il colore, frammenti di realtà tangibile pronta a trasfigurarsi a sublimarsi, a concepire nuove forme e concetti. Gennaro Barci è artista della materia ma anche della luce, che sapientemente combina con forza ed armonia, ottenendo la giusta sintesi visiva. Il risultato è eccelso, attraversa il vigore del tempo della creazione e diventa poesia visiva intrisa da tracce di colore di diverse tonalità: brune, rossicce, azzurre, ceree, ed altre vivaci sfumature, che scorrono nella materia e si filtrano nelle pieghe del movimento entrando in contatto con le radiazioni luminose che la struttura assimila e consuma.

I lavori di Barci sembrano in procinto di spiccare il volo, suggerendo in chi li osserva l’istante, il tempo, il momento, ne prima ne dopo, che sta per compiersi; i controversi equilibri delle forme si insinuano nel vuoto dello spazio in attesa che si completi quella “trasfigurazione” creativa che rendono le opere leggere, fluttuanti, ma così cariche di storie, di stagioni che sta a noi raccogliere e vivere.